(m.ri.) È fissato per domani, alle 18, in sala consiliare “Nilde Iotti” a Turriaco, l’ultimo appuntamento con “Bici è sostenibilità. Tra storia e diritti”, iniziativa promossa dall’amministrazione comunale con il sostegno di Gect–Euregio, nell’ambito del progetto Le ciclabili della musica, e organizzata dall’associazione Culturaglobale. Da ricordare che questo, come tutti gli appuntamenti della rassegna, sono a ingresso libero e non è richiesta prenotazione. Dunque, titolo dell’incontro di domani è “Storie di bici e Resistenza”, e come viene anticipato dagli organizzatori sarà una conversazione (online) con la staffetta partigiana Teresa Vergalli. Mentre, Maria Verginella, docente all’Università di Lubiana, sarà «a moderare il racconto delle incredibili storie di vita vissuta durante la Resistenza» dalla donna emiliana. E ancora: «Teresa Vergalli continua a fare la staffetta: ci consegna il messaggio della Resistenza; mette in contatto noi di oggi e di domani, con la realtà di quegli anni decisivi».
«Parlare con una testimone diretta di quegli anni – osservano gli organizzatori dell’incontro – significa toccare con mano episodi del passato che di solito si leggono sui manuali di scuola, arricchiti da dettagli privati che hanno contribuito a costruire la storia. Dopo l’8 settembre 1943, data che suggella l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, segue un periodo durissimo per il nostro Paese che ebbe l’illusione di una pace immediata ma poi fu costretto a organizzarsi nella lotta partigiana per uscire dall’oppressione fascista. E Teresa se li ricorda bene quegli stenti».
«Staffetta senza pensarci un attimo. Con la mia bicicletta azzurra – racconta Teresa Vergalli – facevo da tramite con le formazioni partigiane nascoste in montagna, costituite anche da ragazzi che non volevano arruolarsi nella Repubblica di Salò e vivevano con documenti falsi, inseguiti dal regime e in estremo pericolo. Li accompagnavo in montagna, anticipandoli nel percorso per evitare loro posti di blocco o persone sospette che avrebbero potuto fare la spia. Andavo da Bibbiano a Canossa, nella provincia di Reggio Emilia: oltre 20 chilometri al giorno, andata e ritorno».
Di Teresa Vergalli, nome di battaglia Annuska, viene ricordata anche la biografia. Nata nel 1927 in una famiglia contadina di Bibbiano, nella Val d’Enza. All’età di cinque anni assiste all’arresto del padre che tornerà solo dopo sette mesi amnistiato. All’inizio della Seconda guerra mondiale, nel 1941, studia alle Magistrali, a Reggio Emilia, e nel 1943 è pronta ad aiutare suo padre, già coinvolto nella Resistenza e nel Comitato di Liberazione Nazionale. Nel febbraio del 1944, non potendo più frequentare la scuola a causa della guerra, decide di partecipare attivamente alla Resistenza: inizia così, come staffetta, a percorrere tutta la zona a sud della via Emilia per portare messaggi e documenti, oltreché accompagnare dirigenti e responsabili militari della provincia e anche dell’Italia del Nord. Come da lei stessa ricordato, non sparò mai un colpo ma portò sempre con sé, nascosta nel reggiseno, una piccola rivoltella con la quale era pronta a uccidersi, qualora fosse caduta nelle mani dei nazifascisti. Terminata la guerra ha condotto attività politica, partecipando alla creazione dell’Unione Donne Italiane e dell’Associazione delle ragazze. Terminati gli studi si è dedicata all’insegnamento, quale maestra elementare, nelle scuole dei quartieri romani Don Bosco e Cinecittà Est. Si è sposata nel 1948 con il dirigente sindacale italiano Claudio Truffi.
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In copertina, Teresa Vergalli diciassettenne nel 1944 quando era staffetta partigiana.
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